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Bruno Forneron
(febbraio 2003 -- Carlsbad, California)


Da dove la tua famiglia emigrò e quando? Chi emigrò (me stesso, genitori, nonni) e quali erano i loro nomi?
Tre persone emigrarono dalla mia famiglia, tutti da San Secondo di Pinerolo (Torino). Una zia arrivò nel 1955 a Los Angeles, una nel 1956 ed io arrivai nel 1962. La prima zia di nome Feria Fornerone (sposò Gardiol nel 1955). (Nota che quando mi riferisco a lei come prima, è il solo un riferimento al tempo di arrivo. Come età lei è più giovane della seconda zia arrivata).


La seconda zia, Ilma Fornerone (sposata con Godino nel 1956). Il mio nome è Bruno Fornerone (cambiato in Forneron nel 1986, che era il cognome originale prima del governo di Mussolini). Come punto di interesse, io avevo anche una precedente generazione di pro-zie che immigrarono negli Stati Uniti. Due pro-zie dalla parte di mio padre giunsero agli inizi del ‘900, lavorarono per circa 20 anni, e quindi presero i loro guadagni e ritornarono in pensione in Piemonte. D’altro canto, una prozia dalla parte di mia madre Giulia Pons, maritata Gasparino, giunse a Mystic, Connecticut. Lei ebbe parecchi figli, la cui discendenza è sparsa per tutti gli Stati Uniti. Quella zia ritornò in Italia una volta, ma nessuno dei suoi discendenti ha mantenuto qualche contatto con il Piemonte.


Cosa li condusse alla loro destinazione (parenti già lì, speranza di un lavoro presso un mulino, miniera, ecc., per favore potrebbe spiegare)?
La prima zia giunse perché era andata a Montreal a lavorare e non le piaceva. Un lontano cugino, già a Los Angeles e scapolo, volò a Montreal e la sposò. La seconda zia venne a far visita a sua sorella ed essi le trovarono un marito, un vedovo proveniente anche lui da San Secondo di Pinerolo, mentre lei viveva a Los Angeles. Io mi trasferii con una zia nel 1962 perché mio padre era morto e mia madre era stata affidata ad un istituto.


Emigrarono verso un altro luogo prima o dopo (Argentina, Francia, Inghilterra, ecc.)?
La prima zia all’inizio andò a Losanna, in Svizzera, a trovare lavoro e dopo 5 anni di lavoro decise di trovare fortuna a Montreal, in Canada. La seconda zia aveva seguito la prima zia a Losanna, in Svizzera, e poi giunse direttamente a Los Angeles. Io arrivai direttamente da San Secondo a Los Angeles.


Si stabilirono fra altri Piemontesi e furono membri di una società (associazione) Piemontese (confraternita, mutuo soccorso, ecc.)?
Non erano membri di qualche particolare organizzazione, ma ci fu un gruppo piuttosto numeroso di immigranti originari della mia città e delle aree limitrofe, ed essi si ritrovarono regolarmente per attività sociali.


Comunque, essi vivevano in città diverse dell’area di Los Angeles. Negli anni ’960, per gli uomini si svolgeva due volte alla settimana un incontro di bocce, mentre le donne giocavano a carte. Le mie zie ed io non eravamo tipici, comunque. La maggior parte delle persone erano immigrate negli anni ‘920 o giù di lì.


La tua famiglia mantiene le tradizioni piemontesi: lingua, cultura, storia, cucina…?
Si, tutte le tradizioni furono mantenute. Io ancora parlo una versione dialettale di Piemontese con la mia zia sopravvissuta.


La tua famiglia tornò a casa a far visita o per vivere dopo l’emigrazione iniziale? Mantennero essi contatti con la famiglia ritornata a casa?
Si, tutti i contatti furono mantenuti. Negli anni ‘960, le mie zie aiutarono i miei cugini a costruire una casa con quattro appartamenti. Uno lo tennero per loro proprio uso quando venivano in visita. Acquistarono anche una automobile con il cambio automatico da usare durante le loro visite. Andarono in visita ogni pochi anni, finché non divennero troppo anziane.


Anch’io ho un appartamento là, dove vado ogni anno. Molti miei amici e parenti hanno un e-mail così io mi tengo in contatto via computer come via telefono. Spedisco circa 30 biglietti natalizi ogni anno in Piemonte. Devo dire comunque che le mie zie ed io siamo l’eccezione, non la regola. La maggior parte delle persone della prima generazione che io incontrai giunsero negli Stati Uniti molto prima e sono già morti. Molti di essi espressero il desiderio di ritornare a visitare l’Italia, ma non lo fecero mai. Ci furono diverse ragioni, ma le più importanti furono l’alto costo e la difficoltà del viaggio, seguite dalla mancanza di denaro durante la Depressione, le restrizioni del viaggiare durante la Seconda Guerra Mondiale ed infine essi diventarono troppo anziani. Molti di essi (molti contatti) terminarono con i figli che non ebbero legami o reali interessi riguardo alle loro radici. Conosco molti della loro seconda generazione di bambini e tutti hanno perso i contatti, per non menzionare la terza generazione che non ha una minima idea (delle radici).

Ti identifichi di più come Americano, Italiano o Piemontese?
Piemontese, ma ancor di più come una persona proveniente da San Secondo. La gente là non si muove molto, per cui molti dei miei amici e parenti vive ancora in (quella) città o nelle sue vicinanze.


Hai visitato la (le) città della tua famiglia in Piemonte? Che tipo di esperienza è stata?
Chiaramente mi piace molto far visita o vorrei non farlo ogni anno. La mia cultura e le mie radici sono là. Ho una intensa vita sociale in Piemonte.


Hai studiato la tua genealogia piemontese? Per favore spiega perché.
No, perché è relativamente noioso. La famiglia di mio padre visse nella stessa città per centinaia di anni e gli atti sono facilmente reperibili. La stessa cosa vale per la famiglia di mia madre, che proveniva da una città diversa. Diedi una breve occhiata nella Biblioteca dei Mormoni in Salt Lake City, e non ebbi problemi a trovarli. Lo scorso anno la ricerca genealogica divenne una cosa popolare nella mia città di origine, e parecchi miei cugini mi mostrarono che qualcuno aveva stampato il loro albero genealogico.


Appartieni a Piemontesi nel Mondo, Famija Piemonteis or ad altre organizzazioni?
Appartengo a Piemontesi nel Mondo di San Francisco, ma non ho realmente partecipato alle loro attività, a causa della distanza da San Diego. Inoltre, c’è un interesse limitato da parte mia perché c’è poco da acquisire dalla mia partecipazione a due o tre cene all’anno, quando sono "inondata" da inviti a cena, ogni volta ritorno in Piemonte. La maggior parte dei Piemontesi originari sono morti. Le leggi di immigrazione non hanno più permesso alla gente di venire, per cui la maggior parte della gente che ora è negli Stati Uniti appartiene alla seconda o terza generazione. Io appartengo alla prima generazione per cui preferisco soprattutto associarmi con i Piemontesi in Piemonte.


Traduzione da Alfredo Frixa.

 

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