Edward Bianchina
(gennaio 2003 -- Kansas City, Missouri)
Da dove la tua famiglia emigrò e quando? Chi emigrò
(me stesso, genitori, nonni) e quali erano i loro nomi?
Mio padre emigrò da Masserano, che è vicino alla città
di Biella, a quei tempi in Provincia di Vercelli. Il nome di mio
padre era Giovanni Basileo Secondo Achino-Bianchina. Noterai che
(Achino-Bianchina) é un cognome composto che non è
usuale in Italia, ma è piuttosto comune in quellarea.
Egli abbandonò la parte Achino (del cognome) quando arrivò
in questo Paese e "inglesizzò" il suo primo nome
in John. Giunse in questo Paese nel maggio 1908 a New York, dove
visse e lavorò finché andò in pensione in Florida
alletà di 65 anni. Egli aveva 13 anni. Mia madre giunse
a New York nel novembre 1916 alletà di 13 anni. Lei
proveniva da un piccolo paese della provincia di Asti chiamato Incisa
Belbo, che ora ha cambiato il nome in Incisa Scapaccino. Il suo
nome era Adelina Velosia. Anche mia madre visse (e lavorò
qualche volta) a New York finché andò in pensione
in Florida con mio padre.
Cosa li condusse alla loro destinazione (parenti già lì,
speranza di un lavoro presso un mulino, miniera, ecc., per favore
potrebbe spiegare)?
Nel caso di mia madre, si stava per riunire il resto della sua famiglia.
Suo padre morì quando aveva solo 18 mesi e la famiglia (lei
aveva 3 sorelle più grandi) era priva di risorse. Come risultato,
mia nonna si trasferì a New York per cercare lavoro con le
due ragazze maggiori. Le due più giovani furono prese in
custodia (dietro compenso) dai parenti e lavorarono per il loro
vitto ed alloggio come specie di bambinaie. Appena le bambine raggiunsero
letà lavorativa, mia nonna le portò a lavorare
a New York in unindustria di capi dabbigliamento come
sarte. Mia madre rimase in quel campo lavorativo, fuori e dentro,
finché andò in pensione. Mio padre, dallaltro
lato, non aveva parenti qui, né conosceva qualcuno. Non ho
idea di come entrò nel Paese, alletà 13 anni
e senza garante. Non ho trovato la sua registrazione ad Ellis Island,
il che mi porta a credere che egli entrò in qualche modo
clandestino nel Paese. Egli venne in questo Paese a causa di quella
che potremmo chiamare una fuga da casa per una controversia con
mio nonno. Mio nonno lo mandò ad una Scuola Superiore Cattolica
di Biella, che era molto severa. Mio padre fu sempre un pò
ribelle, per cui abbandonò la scuola, che egli odiava, e
venne in questo Paese. Non ho idea dove egli trovò il denaro.
Più tardi, a quanto pare, fece pace con suo padre, perché
inviò denaro in Italia, in modo che tutta la sua famiglia
(padre, madre e sorelle maggiori) potesse raggiungerlo. Non ho mai
conosciuto i miei nonni perché morirono prima della mia nascita,
ma conobbi mia zia che visse nellappartamento accanto al nostro
nellHempstead, N.Y.
Furono essi parte di una catena di migrazione?
Né mia madre, né mio padre furono parte di una catena.
Emigrarono verso un altro luogo prima o dopo (Argentina, Francia,
Inghilterra, ecc.)?
No, essi immigrarono solo in questo Paese. Mio padre fu un fiero
patriota di questa nazione. Non volle mai ritornare in Italia quando
io andai a lavorare per una compagnia aerea ed avrei potuto fargli
avere viaggi gratuiti. Egli infuse il patriottismo nel mio cuore
da quando fui in grado di capirlo.
Si stabilirono fra altri Piemontesi e furono membri di una società
(associazione) Piemontese (confraternita, mutuo soccorso, ecc.)?
Si, essi allinizio vissero nella 44sima Strada, nella zona
Hells Kitchen di New York. Essi traslocarono ad Hempstead,
New York, poco dopo la mia nascita. Che io sappia non appartennero
ad alcuna organizzazione.
La tua famiglia mantiene le tradizioni piemontesi: lingua, cultura,
storia, cucina
?
Parlavamo Piemontese a casa , benché entrambi (i miei genitori)
parlassero un buon inglese. Noi spesso mangiavamo piatti tradizionali
Piemontesi. Imparai qualcosa sulla cultura e la storia Piemontese,
benché entrambi i miei genitori non parlassero spesso dellItalia.
Entrambi si consideravano Americani. Entrambi furono cittadini naturalizzati.
Mia madre attraverso la normale procedura di naturalizzazione, mio
padre attraverso il servizio militare nella Prima Guerra Mondiale.
La tua famiglia tornò a casa a far visita o per vivere
dopo lemigrazione iniziale? Mantennero essi contatti con la
famiglia ritornata a casa?
Essi non tornarono mai in Italia. Io sospetto che essi non volessero
più ricordare la loro vita in Italia. Mia nonna ed una zia
ritornarono in Italia e mia madre corrispondeva regolarmente con
loro.
Ti identifichi di più come Americano, Italiano o Piemontese?
Mi identifico come americano. Io inoltre servii lesercito
durante la Guerra in Corea e come mio padre sono un veterano ferito
e decorato.
Hai visitato la (le) città della tua famiglia in Piemonte?
Che tipo di esperienza è stata?
Io non sono mai stato nel paese di origine dei miei genitori. Come
ho indicato, ho lavorato per una compagnia aerea e mia moglie ed
io viaggiammo molto spesso. Sono stato a Roma ed anche a Milano,
ma non andammo mai nelle loro vecchie case. Io, comunque amo molto
lItalia.
Hai studiato la tua genealogia piemontese? Per favore spiega
perché.
Ho ricostruito la genealogia di mio padre fino al 1585. La sua famiglia
visse a Masserano per tutto questo periodo, per cui la ricostruzione
fu relativamente semplice. Un mio amico che vive in Italia la fece
per me. Egli è genealogista di professione, per cui, fortunatamente
per me, fu in grado di leggere tutti gli antichi documenti scritti
in latino e conservati in chiesa. Uno "sfondo" molto interessante
che mostra la sorprendente frequenza di matrimoni fra consanguinei.....
di solito tra cugini. La famiglia di mia madre ritornò agli
inizi del 1700, ancora tutta nello stesso paese. Accaddero ancora
fatti molto interessanti come lo stesso tipo di matrimoni fra consanguinei...
ancora con cugini. Ho voluto ricercare i miei antenati perché
sento che sono una parte di me. Non molte persone possono conoscere
il nome dei loro lontani parenti del 1585.
Appartieni a Piemontesi nel Mondo, Famija Piemonteis or ad altre
organizzazioni?
Non appartengo ad alcuna organizzazione di Piemontesi.
Traduzione da Alfredo
Frixa.
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